Il blog di William Nessuno, ovvero questo che state leggendo, ha lasciato passare il fatidico decimo anniversario senza minimamente darne conto. Perché nemmeno me ne sono accorto. 2003-2013.
In effetti da tempo ho diminuito radicalmente la mole dei post.
Un fenomeno strano è da riportare, comunque. I post diminuiti sono solo quelli scritti. La quantità di post mentali (pensati anche nella forma) è rimasta la stessa dei vecchi tempi. Ma non riesco a formalizzarli. Causa il tempo, che non basta mai. E Facebook che resta e si afferma sempre di più come uno scarno blogsurrogato: un palliativo, anche se pur sempre meglio di twitter (dove la sola definizione “seguaci” mi fa saltare i nervi quasi come l’orrenda parola “selfie”).
Poi non si può paragonare a oggi il periodo della mia vita nel quale ho iniziato questo blog, quando ero su Splinder.
Mi ero appena separato, avevo appena lasciato i miei luoghi, vivevo solo in una città (anzi in un paesello in provincia di) dove mi ero appena trasferito e praticamente non conoscevo nessuno. Nel tempo fuori dal lavoro non avevo praticamente niente da fare, il blog è stato per me uno strumento di socializzazione a vasto raggio e non vedevo l’ora di tornarci. Amici nuovi, nuovi contatti culturali, i primi contributi a testi teorici sulla blogsfera, i convegni, i blograduni…
Era come una formalizzazione in lingua italiana dei contatti di rete che avevo sviluppato fin dai primi anni novanta, attraverso le “liste di discussione” americane e poi il primissimo web.
Forse è sbagliato mitizzarli ma sono stati tempi straordinari. Axell, Chiarablog, Reginadelsole, Winston, Placidasignora, Suzukimaruti, Sciallieventagli, Madmapelli… E tanti altri.
Adesso la mia vita è radicalmente cambiata ma il merito va sempre al blog. Fu sul blog -ebbene sì- che conobbi Philosofia. Siamo insieme da otto anni ormai. Con lei è arrivata sua figlia che adesso è anche mia figlia. Una delle cose più importanti e belle per me. Evitando la retorica.
La vita cambia per tutti; scrivere di meno sul blog è una conseguenza naturale e anche scontata.
Ci sono anche quelli che si riempiono la bocca (o meglio, riempiono la tastiera) con teorie sulla “morte del blog”, ma io comincio a riflettere sul fatto che è la nostra generazione di blogger ad avere semplicemente una vita diversa, adesso. E non può più essere così assidua nello scrivere.
In tempi successivi, perché aprire un blog quando c’era già Facebook bell’e pronto? O Twitter dove tutti si sentono dei della battuta fulminante meglio di Gino&Michele, o capaci di sentenziare quantomeno come François de La Rochefoucauld ed esonerati quindi dall’articolare i propri pensieri più di tanto?
Quel che mi pemeva dire è che penso molto spesso al blog e a quello che vorrei scriverci, ancora.
Magari prima di addormentarmi, come se fosse una specie di presogno, o un pensiero propiziatorio.
Che bel post. Quanta nostalgia… 🙂
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Grazie Andrea, sono davvero convinto che abbiamo vissuto uno dei momenti più belli della Rete mel nostro paese. Quando in molti avevamo delle cose da dire. 🙂
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Come mi ci riconosco! A parte il fidanzamento (che non ho trovato sul blog) e twitter (che invece mi diverte), per il resto sembro io.
(Beh anche la barba è diversa).
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L’ha ribloggato su Ironicae ha commentato:
Se non si fosse capito, io sono un pochino pigra. E allora quando mi ritrovo la pappa scodellata sono piuttosto contenta.
Come in questo caso. William Nessuno ha scritto questo post in cui mi riconosco per un 70-80%, e quindi lo ripropongo anche da me. Diciamo che nella percentuale che si discosta ci sta il fidanzamento (che non ho trovato col blog) e che mi piace anche twitter.
E poi che non ho la sua barba. (Per ora).
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