poi non dire che non ero stato chiaro

27 04 2015

Sogno di ieri notte.

Sono ad Acqui in via Alessandria, cammino lungo il viale. La location del sogno chiaramente dipende dal fatto che sono stato in quei posti l’altro ieri per il concerto degi Yo Yo Mundi. Avevo parcheggiato proprio lì, sotto gli alberi. Da un grande ingresso (nella realtà se ho capito bene si tratta di un ospedale) esce un Renzi incappottato col bavero rialzato e una faccia scura, e viene verso di me. Solo. (“e quello per questo è un sogno!”, cit.) Lo guardo per niente stupito. Mi passa accanto. Allora io in una manovra possibile solo in sogno non solo torno indietro ma me lo trovo di  nuovo di fronte. Osservo la faccia corrucciata, le mani infilate nelle tasche del cappotto non so se nero o blu scurissimo.  Adesso riflettendoci la cosa che qualifica maggiormente il sogno è questa aria corrucciata e nient’affatto spavalda del personaggio. In quella veste e in quella situazione mi suscita una strana sensazione di comprensione.  E’ un sogno!

Forse scambiamo due frasi forse no, non ricordo: in ogni caso il sogno finisce con me che gli dico “comunque non sono d’accordo con te su niente.”.

Dissolvenza.

Nero.