Ieri se ne è andato un grande uomo, Franco Di Mare.
Non solo era l’unico conduttore di Unomattina che annunciava SEMPRE anche il nome del regista (quindi anche il mio) quando lanciava un servizio.
Poi all’inizio della stagione tv 2023-24 ora appena conclusa, un tizio piombato dall’alto, dal nome religioso assai ma che si crede più che altro un padreterno, aveva messo un veto sul mio nome per il programma a cui lavoravo da vent’anni.
Trovandomi senza reddito, chiedevo aiuto a destra e a mancina alle persone con cui avevo lavorato e almeno sapessero chi fossi. Tutti si rammaricavano ma nessuno aveva soluzioni.
Non avrei mai osato di mia iniziativa farlo, ma un amico e maestro mi spingeva.
Ho allora scritto sul mio odiato Whatsapp anche a Franco Di Mare, che non sentivo da anni, senza nemmeno sapere della sua malattia.
Non mi aspettavo alcuna risposta: la mia immagine presso me stesso, rispetto al prossimo, è quella di un colossale rompiballe.
Invece con mia sorpresa Franco rispose.
Mi disse che ormai era in pensione e non aveva possibilità di fare niente.
Non entro in particolari per motivi di discrezione, specie in questo momento: lo scambio avuto è ancora nel mio iPhone.
Fu però molto confortante, si ricordò di me ed elogiò molto la mia professionalità, e disse che si sorprendeva l’Azienda volesse farne a meno: io non me lo aspettavo, come ho scritto non mi aspettavo nemmeno una risposta.
Fu per me di grande conforto, mi aiutò ad avere fiducia: poco dopo fui chiamato per La Biblioteca dei Sentimenti di Andrea di Consoli, poi tutto ha iniziato a scorrere, lontano dalla Casa Madre di vent’anni.
Ma va bene così.
L’importante è lavorare e avere un reddito.
Ho voluto ricordare questo episodio per far capire a chi mi legge che Franco Di Mare, oltre al grande professionista che sappiamo, era anche estremamente umano, e non si sottraeva a spendere una buona parola consolatoria anche per uno piccolo piccolo come me.
Mentre era già seriamente malato.
Adieu Franco, amitié