ME STESSO SULLLA TERRA – 2- (William Nessuno, 2005)
Tante volte non si capiscono le cose che ci riguardano più da vicino. Le origini, le sorgenti.
Avevo in mente un post da intitolare "me stesso sulla terra", ma perchè? Ricordavo che il titolo arrivava da Saroyan. William.
Allora sono andato a cercare il libro, che ho qui a Roma (l’ottanta per cento del miei libri giace in scatoloni da quando abbiamo venduto la casa per via della separazione). Il fatto che sia qui, con Shakespeare, Gadda, Kandinsky, Baudrillard, Satie, Conrad e tutto quanto di più caro io abbia nella mia bibllioteca già la dice lunga. Le cose che mi sono portato dietro perché devono sempre essere pronte a soccorrermi.
Dei frammenti di Saroyan li avete forse letti nel post precedente.
Il libro io lo lessi a 13 anni, il primo libro "da adulto" (a parte "Civiltà Sepolte").
Chi mi conosce potrà facilmente capire quale formidabile imprinting -a mia assoluta insaputa- debba aver costituito.
O. Forse. Qualcuno potrebbe dirmi che il destino ha guidato la mano di mio padre e la mia nello scegliere proprio quel libro perché c’ero in qualche modo dentro. Parlava anche di me.
Non so, non sono un miistico, anche se credo che esistano cose che non sappiamo.
Anche le mie recenti polemiche sulle tendenze della blogsfera sono intrise di quei passaggi che ho distillato nel post precedente, qui sotto. Umiltà, dignità, identità, carattere, sapere tutto su come funzionano le cose ma non volersi adeguare.
Dal giovane Saroyan mi differenzia l’età.
Lui è morto nel 1981, ancora ricordo come rimasi ad apprendere la notizia (davano ancora notizie simli, nel 1981: la morte di uno scrittore armeno americano non pubbllicato in italia da almeno 15 anni… ), e io gli ho dedicato un articolo molto intenso mentre stavo cumulando i due anni per accedere all’Ordine.
Ero molto giovane e mi identificavo molto più di adesso. Scrivevo emozionandomi esattamente come adesso. Quando lui scriveva quelle pagine -come amava dire : "su carta da poco prezzo"– aveva solo venticinque anni. Se le mie carenze matematiche non mi fregano anche stavolta.
Aveva quell’età in cui tutti sentono di potercela fare, in cui si tende ad escludere ogni altra eventualità. Anche io ero così, allora.
Cosa c’è di diverso adesso, per me. Tante cose.
Appunto, come dicevo l’età. Non sono più così giovane e speranzoso.
Nel bene, io ho ancora i miei genitori, che mi amano sempre, anche se non mi capiscono più da qualche anno a questa parte. Ma non è colpa loro. Nè mia.
Io sono stato molto amato. Anche quell’acquisto di un libro "su carta da poco prezzo", dalla copertina vistosa e assolutamente inadatta al contenuto, con la mendace scritta "romanzo", è stato un atto di amore di mio padre. Verso di me, verso il futuro, verso se stesso, verso la cultura che a lui di certo non era stata elargita con altrettanta generosità, ma che gli avrebbe fatto comodo, dato che è sempre stato un uomo creativo e amante della poesia.
"Io ho tutti i suoi manoscritti, i suoi grandi poemi e i suoi racconti, ma sono scritti nella lingua del nostro vecchio paese che io non so leggere" (WS)
In realtà mio padre i suoi poemi li ha ancora lui, grazie a Dio.
Litigo con mia madre spesso perché lei è decisionista e instancabile e mi fa delle critiche assolutamente sensate che però io non so sopportare, per via delle ferite procurate da alcune figure femminili sempre pronte a dar consigli senza aver nessuna conoscenza dei fatti. Non c’è niente di peggio di non saper ascoltare dopo essere sti tante volte ascoltati, di dare consigli quando servirebbe sostegno. Perché anche le donne sanno far molto male, per questo me la rido quando sento ancora fare quei discorsi vittimistici sul maschio cattivo e violento e impietoso. E li sento fare! Me la rido ma anche ci soffro e tendo a diventare caustico e insofferente con chi me li fa. E se incontro una donna che non li fa, posso innamorarmene. Perché Pinco è Pinco, Will è Will. Punto. Una cosa facile da capire. Teoricamente.
Will è pieno di difetti, è noto. Ma tutti suoi. E li dichiara fino alla nausea. Anche troppo. Non sempre è necessario scoprirsi subito, non sempre è opportuno infierire su se stessi.
Personalmente non cerco mai di applicare i difetti di altri che ho conosciuto in passato a una persona appena conosciuta. Nonostante le facciate prese guardo al nuovo ancora con fiducia quasi ingenua. Non riesco a invecchiare. In quel senso che presuppone "saggezza". Purtroppo solo in quello.
Nel male. Il lavoro ha assunto un ruolo dominante nella mia vita e non mi piace (ma quando ti decidi a diventare grande, Will?). Cioè il lavoro mi piace, ma ho sempre questo trip che un domani potrei diventare un artista. Ho tutte le qualità tranne la fondamentale: l’intraprendenza (che nel tempo tende a dover essere sfacciataggine). Ma alla fine che importa? Le poche cose che avrò fatto -come William ma non solo- saranno state fatte con leggerezza e serenità, e (buona)fede.
Mi muovo in un mondo attorno a me vuoto. Vivo in solitudine. A volte rasento l’autismo.
Io non so come confrontarmi con le donne. Se stai a vedere, in tanti casi ti dicono che non trovano nessuno che vuol fare sul serio. Ma se vuoi fare sul serio scappano come lepri. Chissà, a ottant’anni troverò quella giusta, in tempo per una bella famigliola nell’aldilà.
Io detesto le parole counseling, share, proattivo, selfempowerment, cliente, committente, sponsor, risorse umane.
Saroyan direbbe "Io non ho interesse che per l’uomo". Che non è una risorsa umana. Anche, magari, proprio volendo: ma non solo.
Detesto chi si arroga il diritto di spiegarti il vangelo della riuscita o della redenzione ad una vita schematica, del successo garantito o dell’intontimento mantrico, c’è un metodo per tutto, per imparare il francese e per scrivere algide cose che funzionino, nel rispetto del target prefissato.
"Io so esattamente…" eccetera.
Probabilmente sono troppo orgoglioso, qualunque cosa mi sembra ledere la mia integrità. Che poi per questo si potrebbe dire che io sia anche megalomane. Per quale motivo dovrei pensare di poter far meglio del resto del mondo? Questa sì che è presunzione.
Con gli altri sono molto tollerante, invece. Sono molto comprensivo. Sono un buon incassatore di ingiustizie ai miei danni assai più che a danno del prossimo.
Di positivo c’è che tendo sempre a prendere le difese di coloro in cui credo, una specie di Don Chisciotte spesso nemmeno richiesto.
Non riesco a rassegnarmi all’idiozia dominante che ci filtra dappertutto.
Fanno ore e ore di diretta su Live8 ma poi il numero di cellulare per devolvere i soldi passa in crawl veloce e scritto piccolissimo. Ci voleva tanto a capire che andava messo fisso, magari per dieci secondi alla volta? Ma non bisognava facilitare la cancellazione del debito? Su un altro canale vanno documentari su Paris Hilton,
Io non capisco quasi niente, mi limito a battere sui tasti del mio computer, e questo è quello che ho scritto di me stesso sulla terra pensando a Willliam Saroyan e alla mia vita, oggi.
Di Willliam Saroyan in libreria: Il Trapezio Volante, Marcos y Marcos, che contiene anche "Me stesso sulla terra" col titolo "Io sulla terra".
ti avevo lasciato la mia mail?
afterlife5@hotmail.com
ciao e grazie ancora
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No, non me l’avevi lasciata. Prendo nota.
🙂
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un bilancio di vita.
lo faccio anch’io, ogni tanto, quando qualcosa, in bene o in male, interrompe lo scorrere regolare dei giorni.
o quando l’eta’ anagrafica raggiunge tappe significative.
tante volte non mi piaccio, ma altre volte si’, e anche tanto.
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Fare bilanci è un po’ come riordinare i cassetti della scrivania; ogni tanto è necessario (e io di solito non butto mai via niente..)
Un bacio, William.
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Stann, la seconda che hai detto (magari invece fosse la uno…)
Placida Signora, in effetti anche io tendo a non buttare un gran che…
🙂
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Commentare un post così esposto, bello ed onesto è sempre indelicato.
Anche io detesto i corsi, i consigli ed i suggerimenti.
Però voglio dirti una cosa di cui sono fermamente convinto e che da quando applico sta stemperando i miei disagi.
Non faccio mai bilanci e non mi riprometto alcun miglioramento; i cambiamenti avvengono da soli.
La vita è sempre oggi.
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Rynot ti ringrazio molto per la tua delicatezza.
So che i cambiamenti avvengono da soli, ma a volte ci mettono un casino di tempo…
🙂
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signor william, che piacere vederla ogni tanto li da me!!!
notte
marietta
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molto intense queste riflessioni, will. inutile dirti che – in molte – mi ci riconosco 😉
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ciao Will, quest’ultimo post è dolcemente disarmante. ci sarebbe da commentare quasi ogni paragrafo di ciò che hai scritto, quindi mi dovrò limitare a questo: ci sarà pur qualcosa di vero nelle banali generalizzazioni? nel giudicare crudeli le donne come nell’accumunare i difetti degli uomini? Ti pongo questa domanda non a caso: ieri sera mi è sembrato proprio che fosse così. il caso…(o no?) bacio 😉
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Dimenticavo: molto bella la tua foto dell’87. 😉
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da tre volte vengo qui per lasciarti un commento e ancora il succo di quello a cui mi hai fatto pensare non si é condensato abbastanza. allora ti scrivero’ una mail, o forse ne parleremo? 😉
bacio
c
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Rispondo a tre donne notevolissime.
🙂
– Hanako, sì, suppongo che tante cose valgano anche per te da quello che ho percepito parlandoti: anche tu sei un carattere non aggressivo, probabilmente intimmista.
– Dolcissima AplosKora, le generalizzazioni sono la dannazione dell’umanità. Concentrati sulla frase “Pinco è Pinco. Will è Will”
Che continua con “Aplos Kora è Aplos Kora…” Eccetera. Infatti io non penso che le donne siano tutte eguali: certo ci sarà un astratto “femminino” coma un astratto “mascolino”, credo. Ma poi diventa compesso. Preferisco pensare per “individui”.
Comunque uno che si comporta male con una come te deve essere proprio uno stronzo. Ecco, l’ho detto. Grrrrr!
PS, già, nella foto dell’87 ero giovane e futurdinamico…
– Criss, lo so che è difficile distillare. Io ci ho messo dentro una sintesi della mia vita, figurati. Di tutto. Mi sono esposto molto. Come sempre: io sono così. Ne parleremo. 🙂
L’ideale sarebbe davanti a un Pastis sul Canal St.Martin, però!
😀
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L’altro giorno parlavo con un conoscente, il quale si lamentava fortemente del dover pagare in continuazione, dell’enormità delle spese famigliari, delle tasse, eccetera,eccetera; dopo aver convenuto per un po’, mi vidi costretto a fargli notare quella che ritenevo una dissonanza nel suo lamentarsi (e che poi è anche il succo della mia filosofia di vita): la cosa veramente importante non è il dover pagare ma, bensì, l’avere i soldi per pagare!
Per applicare questo distillato di saggezza al tuo curriculum vitae, qui tanto onestamente esposto, mi viene da dirti che nel mercato globale dei sentimenti personali, tu sia sicuramente una persona ricchissima: non avere paura di spendere tutto quanto il necessario.
Per la cronaca il mio amico, dopo la mia sortita, mi ha guardato come si guarda un matto: non gli è passato nemmeno nella testa che ci sono tante persone che pagherebbero volentieri, se potessero; ti auguro di non fare lo stesso errore (ma non mi sembri il tipo).
P.S.= Scusa tanto per la mia pontificazione non richiesta, ma ho visto che hai già diverse donzelle che apprezzano appieno la tua malinconia dolceamara, così ho pensato di fare la voce fuori dal coro, tanto per rompere un po’…;-)
Un abbraccio fraterno.
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Harzak, tu sai che per me sei sempre “il SAGGIO Harzak”…
Grazie
🙂
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lo so, ma siamo qualitativi!!!
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grazie don chisciotte, fa sempre piacere avere un amico che prende le proprie difese… cmq il mio era solo un appunto, anche perché, in generale (!), sono pienamente d’accordo con te. un bacio 😉
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-Lola grazie! Non pensavo tu passassi di qui! 🙂
– Aplos Kora, per te donchisciotterei senza ritegno, te lo merititi.
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Oh mamma, Will, ne avrei di cose da dirti, magari davanti ad un vino speciale…
ma già una volta ti ho scritto (sul PC sbagliato, o ricordo male?)
Boh
Auguri, non posso commentare altro
Ciao
R.
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Ciao R., ricordo bene i tuoi commenti del passato e sono lieto che tu sia passato da qui, certamente tu ne hai viste molte più di me…
🙂
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Un post lunghissimo e gia questo e molto inusuale da parte tua, poi una lunga confessione su te stesso. Malinconica e dolceamara.
Questo William che è William. Mi vien da sorridere, perche credo di non averti mai visto cosi Willian in un tuo post come in questo. Che ci sia qualcosa che si sta muovendo? Che tu stia facendo una pulizia interiore? Chi puo’ dirlo! Di sicuro sei riuscito ad aprire un pezzo di te a noi che niente sappiamo. Che ci viene da volerti bene perche e impossibile non volertene. E insomma…a niente possono valere le parole che posso dire.
In realta’…mi viene voglia di leggere il tuo libro. Non quello di Soroyan, parlo proprio del libercolo che hai scritto dentro. Ci hai donato un brano…e beh…volevo ringraziarti.
Un abbraccio e un bacione Wil.
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Grazie, Antonella.
E’ vero, questo è il post più lungo scritto in oltre due anni di Blogsfera. Sel l’unica a notarlo…
E ho anche osato emozioni più personali.
Non so perchè l’ho fatto, credo che abbia a che fare anche con un recente viaggio…
🙂
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Che dire? Mi piacciono il tuo scetticismo, la tua delusione, la confusione in cui annaspi. Perché assomigliano ai miei. E quando ti senti irresistibilmente e amaramente attratto verso il basso, è consolante sapere di poter incontrare qualcuno che plana insieme a te, anche se sconosciuto e lontano. E che anche un fugace inconto di occhi, un semplice sguardo d’intesa, potrebbe servire a rallentare la caduta. Ti stringo la mano.
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stesso libro, stessa copertina, stesso prezzo, stesso anno, traduzione di Elio Vittorini, Prefazione idem.
E stesso acquirente – meglio: stessa parentela con l’acquirente.
Sincronie, strane.
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-Anonimo, ti ringrazio, mi fai quasi pensare che questo post sia utile…
– Effe, il mondo è buffo e strano. Spero che anche tu abbia colto dalla tua copia, che ha una storia così simile alla mia, le stesse cose che ho colto io. Eh? Non che sia necessario, viva la differenza.
Ho adorato la traduzione di Vittorini ma devo ammettere che quella nuova di Claudia Tarolo e Marco Zapparoli edita da Marcos y Marcos ridona uno smalto e un ritmo sincopato allla scrittura di Saroyan, rendendola più vicina anche alla mia. A questo punto mi toccherà leggerlo in lingua originale per orientarmi.
Ciao 🙂
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Continuo a preferire la prima, traduzione.
Buon weekend William.
:-*
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In alcune parti la trovo un po’ datata, sinceramente. Giustamente. Necessita la lingua originale, così poi lo ri-traduco io.
🙂
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quest’oggi su MTV passavano un documentario su Beckham e Posh spice. non era DISCOVERY CHANNEL. Era MTV. ho provato ribrezzo sincero.
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Kiarilla, il guaio è che il doc su Paris Hilton era su qualche rete satellitare seria… Non ricodo quale…
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Utile… per me senz’altro: sento meno la solitudine delle planate. E, poi, magari leggerò il libro. E, poi, magari… lo ri-tradurremo insieme!
🙂
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Anonimo, affare fatto allora.
Lo si ri.traduce insieme!
🙂
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Occhei! Ho l’impressione che sarebbe piacevole lavorare con te. E poi, pensa che effettaccio: Traduzione di Anonimo Nessuno…
🙂
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Hey! perchè TU prima di me?
(Classico gioco del “predica bene” eccetera…)
😀
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non ci posso credere! questo romanzo (Che ve ne sembra dell’america) si trova in questa casa e nella mia famiglia da prima di me… mi sa che andrò a leggerlo…
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Charle Brown, ti rivelo che NON si tratta di un ROMANZO (benchè sulla copertina sia scritto così) ma di una raccolta di scritti vari…
🙂
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